Mercato obbligazionario: le opportunità passano anche per i BTP
In questo articolo viene trattato il funzionamento del mercato obbligazionario, con particolare attenzione ai BTP.
Il mercato obbligazionario sta tornando alla ribalta. Le recenti manovre di politica monetaria hanno permesso alle obbligazioni di offrire rendimenti più interessanti rispetto al passato. Infatti i rialzi dei tassi decisi dalle banche centrali hanno abbassato i prezzi. Gli strumenti obbligazionari hanno molti aspetti da valutare:
- Emittente (governativo o industriale)
- Rendimento (fisso o variabile)
- Distribuzione interessi (periodica o a scadenza)
I BTP
I BTP sono i Buoni del Tesoro Poliennali, cioè i titoli di stato italiano. Queste obbligazioni distribuiscono cedole semestrali a tasso fisso, con durata prestabilita maggiore di un anno e rimborso a valore nominale (100). Il funzionamento è piuttosto semplice. Si acquistano a prezzo di mercato, durante il periodo di durata vengono riconosciute le cedole (interessi) con frequenza semestrale e a scadenza viene rimborsato il valore nominale.
Ad esempio, ipotizzando di voler acquistare 10.000 euro di BTP con scadenza nel 2028, cedola 3% e prezzo pari a 99, dovremmo prendere in considerazione i seguenti elementi:
- valore nominale, da intendersi come quantità nominale acquistata, 10.000 euro, che verrà rimborsata a scadenza
- durata, 4 anni
- cedola, fissa pari al 3% annuo lordo
- prezzo di acquisto 99, cioè spendo 9900€
Il valore nominale, viene rimborsato a scadenza, quindi se il prezzo di acquisto è stato inferiore a 100, avrò ottenuto un ulteriore guadagno oltre alle cedole. In questo caso si dice di aver acquistato sotto la pari. Se avessi acquistato a prezzi superiori a 100, avrei acquistato sopra la pari. Inoltre se il prezzo di acquisto è uguale a 100 significa che 10’000 quote mi costano 10’000 euro. Le cedole sono pari al 3,00% annuo (calcolate sul valore nominale), distribuite semestralmente.
Quindi facciamo un calcolo del rendimento:
investimento iniziale euro 9900 + ( euro 150 interesse x 8 rate ) + 10000 = 1300
Applichiamo sul rendimento la tassazione, che per i titoli di stato è del 12,5%
1300 * 0,125 = 162,5 €
La plusvalenza, al netto della tassazione, sarà di 1300 – 162,5 = 1137,5 €
Una volta acquistato un titolo di stato, se si decide di portarlo a scadenza, il rendimento calcolato all’acquisto rimarrà invariato fino a scadenza. Il prezzo però, durante la vita del titolo, può variare continuamente in funzione di diverse variabili (politiche, tassi, aspettative, ecc). Quando una banca centrale alza i tassi di interesse i prezzi delle obbligazioni scendono e di conseguenza i rendimenti salgono. Questo perchè alzando i tassi si potranno trovare nel mercato delle nuove obbligazioni con rendimento maggiore. Questa condizione fa si che il prezzo delle obbligazioni già in circolo si abbassi proprio del valore che serve per compensare il maggior rendimento delle nuove obbligazioni. Volendo semplificare molto il ragionamento, essendo le nuove obbligazioni più redditizie a causa del maggior tasso, quelle vecchie scontano sul prezzo la differenza di rendimento.
Quando i tassi salgono, i prezzi scendono e di conseguenza cambia la plusvalenza del titolo. Immaginiamo che le condizioni di mercato siano:
- valore nominale 10.000 euro
- durata, 4 anni
- cedola, fissa pari al 3% annuo lordo
- prezzo di acquisto 90
Ricalcoliamo il rendimento:
-9’000 + (150 x 8) + 10’000 = 2200
Applichiamo la tassazione del 12,5%
2200 x 0,125 = 275€
La plusvalenza al netto della tassazione è
2200 – 275 = 1925€
La variazione dei tassi da parte delle banche centrali impatta in modo diretto sui prezzi dei titoli. Le variazioni dipendono dalla durata residua e dall’ampiezza della variazione dei tassi. Per questo motivo, su questo tipo di strumenti, è possibile fare delle valutazioni abbastanza precise in funzione delle variazioni di aspettative sui tassi.
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